Alle europee - con Santoro - la buona novità per la pace. Quella che l'elettore deluso e arrabbiato potrebbe votare

Care amiche e amici, sicuramente interessate/i ad una Italia e ad un'Europa FUORI DALLA GUERRA (al momento siamo in pieno coinvolgimento bellico ma formalmente agiamo dietro le quinte fornendo armi a chi combatte per "nostro" conto, cioé per conto della NATO) Ci confessa un vecchio amico della nonviolenza: "Se si presentasse alle europee una lista per la "pace strutturale", e da fare subito in Ucraina, una lista ben rappresentativa, sostenuta da movimenti, associazioni, centri studi operanti per la cultura e politica di pace, promossa da persone di valore politico-morale, io la voterei, a preferenza dei partiti esistenti". Questa possibilità è potenzialmente offerta dal percorso avviato dall'appello La Valle/Santoro per un movimento PACE TERRA DIGNITA', da fondare con una assemblea il 30 settembre pv, che dovrebbe forse svolgersi a Roma.
(Per aderire all'appello bisogna inviare una mail a associazione.s...@gmail.com compilando la scheda allegata se si vuole partecipare all'assemblea del 30 settembre. Noi abbiamo versato 20 euro al seguente IBAN intestato all'Associazione Servizio Pubblico: IT69B0200805098000106549346)
Il percorso andrebbe indirizzato subito, senza indugi e tentennamenti, verso la rappresentanza dell'elettorato deluso e arrabbiato: ecco cosa proponiamo noi, firmatari del documento che sottoponiamo alla vostra adesione.Questo documento lo si può sottoscrivere al link:
Ci piacerebbe che vi metteste in contatto con noi, condividendo la necessità di una rappresentanza coerente e radicale del dissenso alla guerra, maggioritario nella popolazione ma ignorato dalle istituzioni e della politica, tutte abbarbicate al pilastro atlantista che, nella loro mentalità, non deve essere minimamente toccato. Noi crediamo che il sogno di una pace positiva debba essere concretizzato da una strategia politica, un processo legato alla congiuntura, ai parallelogrammi contingenti delle forze effettive materialmente in campo.La nonviolenza, ben oltre il pacifismo, ed a maggior ragione ben oltre il pacifismo burocratico e professionalizzato, normalmente ingabbiato nell'ossessione monotematica, esige, se vuole essere efficace, nei confronti delle tendenze alla guerra unica (copyright Papa Francesco), un approccio laico e pragmatico, per il quale diventa discriminante la considerazione che, per ottenere un cessate il fuoco in Ucraina, non bisogna rifornire di armi i belligeranti, a prescindere dalla distinzione tra chi è immediatamente l'aggressore o l'aggredito.Non si può invocare il tacere delle armi omettendo di rimproverare chi porge le munizioni ai combattenti! Magari proprio quando si sta sfilando in corteo sotto i Palazzi del Potere!Sarebbe come fare la parte di chi depreca in astratto l'omicidio, da un pulpito di predicatore in una Chiesa, con un sermone sul quinto comandamento, facendo finta di non vedere ed evitando, essendone a conoscenza, di redarguire chi sta materialmente tendendo un agguato con la spada in mano. Questo sotto il naso del pubblico dei fedeli che sta guardando e si aspetta che il prete almeno avvisi la vittima che potrebbe rimetterci le penne e solidarizzi e chiami alla solidarietà con essa!L'ipocrisia di questa retorica dissimulatrice e menzognera è già stata colta dal buon senso comune che, giustamente, diffida delle parole che pretendono di volare alto prescindendo dai fatti per i quali ci si comporta da struzzo che mette la testa sotto la sabbia.Diffidare di chi declama: pace! pace! mentre vota l'aumento delle spese militari o al massimo propone che il 2 per cento del PIL sia raggiunto solo nel 2028. Lo avevamo già messo nero su bianco nei volantini che avevamo distribuito al corteo del 5 novembre 2022: con essi abbiamo poi iniziato la serie dei sei presidi-digiuni di coerenza pacifista, riconvocandoci per protestare tutte le volte in cui il Parlamento italiano ha votato per l'invio di nuove armi all'esercito ucraino. Se ci battiamo perché le armi non sparino è doveroso battersi perché non siano passate a chi le usa per sparare. Siamo contro la guerra e quindi siamo contro a che degli esseri umani si sparino l'uno contro l'altro, quali che siano le ragioni e i torti reciproci. Anche se le ragioni fossero tutte da una parte e i torti tutti dall'altra. Oggi non ci sono più guerre giuste, ci ricorda lo stesso Papa Francesco. Per due motivi: 1) perché, data la loro potenza distruttiva e il loro impatto, qualsiasi impiego di armi oggi danneggia più gli innocenti estranei che gli implicati direttamente nel conflitto (si pensi ai nuovi affamati in Africa) e danneggia la Terra, cioé il corpo vivente di tutti; 2) perché non possiamo accettare e fare accettare che l'unica forza in cui confidare per difendere i diritti che si ritengono violati sia quella dei mezzi distruttivi, esiste l'alternativa efficace dei metodi di resistenza nonviolenta che dobbiamo sostenere e organizzare. Abbiamo già sottoposto il nostro appello ad alcuni amici. Qualcuno ha avanzato l'osservazione: "Gli obiettivi sono condivisibili ma come strumento politico per raggiungerli non penso serva un nuovo partitino che oltretutto violerebbe la trasversalità della tematica pacifista". Noi ci permettiamo di proporre una serie di ragionamenti contro questa obiezione. Il 50 per cento degli italiani non va più a votare. Di questi la metà è forse recuperabile in tempi relativamente brevi a una partecipazione. (Permetteteci di essere pessimisti per l'altra metà). L'offerta politica deve essere però nuova, segnare una rottura con le forze che in passato hanno evidentemente deluso e si sono quindi bruciate. Per quanto riguarda PACE TERRA LIBERTÀ la domanda deve allora essere: saremo sufficientemente attrattivi proponendo credibilmente una offerta innovativa? O ricicleremo le solite vecchie facce dei VIP della solita vecchia sinistra più o meno radicale? Sembra che Santoro come personaggio sia percepito dal punto di vista politico come una credibile novità mentre al tempo stesso è considerato un uomo professionalmente integro riguardo alla sua lunga e coraggiosa attività giornalistica (si pensi solo alla diretta dal ponte di Belgrado bombardato dalla NATO nell'aprile del 1999).La gente vuole novità e ha addirittura fatto una specie di rivoluzione per via elettorale: ci riferiamo alla fiducia accordata al partito di Beppe Grillo, ora in gran parte venuta meno (i voti al M5S si sono dimezzati). La stessa vittoria di Elly alle primarie del PD è una manifestazione di questa tendenza, non vi pare?Se non siamo in grado di proporre novità e di fare da spinta per il rinnovamento di tutta la sinistra, la gente, che ha al solito votato per la "nuova" Giorgia Meloni (nella logica elettorale l'apparire spesso conta più dell'essere), andrà ancora più a destra e dal postfascismo passerà a qualcosa di molto simile al neonazismo. Credete che questa considerazione sia una ipotesi del tutto fantastica? A noi non sembra proprio. Facciamo attenzione a quanto sta drammaticamente succedendo in diversi Paesi europei e, ad esempio, occhio in Italia al fenomeno rappresentato dal generale Vannacci: potrebbe essere lui la novità della ultra destra. E noi, allora, rinnovando l'offerta politica, possiamo rappresentare l'antidoto utile per tutta la sinistra, inclusa quella che soffrirebbe più timori concorrenziali. Come scriviamo nel nostro documento, la lista che sarebbe da mettere in campo dobbiamo rivolgerla non, in modo limitato, alle varie "tribù pacifiste" ma, in modo più ampio, ai "pacifici" (copyright Raniero La Valle), ad uno spontaneo atteggiamento e sentimento della maggioranza popolare, in Italia legittimato da una Costituzione esplicitamente di "ripudio della guerra". Deve servire a riconquistare alla politica di base settori che si sono relegati, per disperazione e per rabbia, nell'astensionismo e non sono di sicuro immediatamente recuperabili da chi li ha appena ieri scontentati e sfiduciati. Dovremo darci da fare sottolineando lo spirito dell'aggiunta nonviolenta: non si considereranno i concorrenti elettorali come un nemico, tanto più se, anche grazie alla nostra sollecitazione, si porranno in qualche modo il tema del disarmo e della fine della guerra con una soluzione diplomatica...
rif. Alfonso Navarra (cell. 340-0736871) ed Ennio Cabiddu (cell. 366-6535384)