Chi non conosce il passato è condannato a ripeterlo. Il destino dello slogan guerra alla guerra

24.01.2024

CHI NON CONOSCE IL PASSATO E' CONDANNATO A RIPETERLO.GUERRA ALLA GUERRA NEL CONGRESSO DI BASILEA DEL 1912 DELLA SECONDA INTERNAZIONALE SOCIALISTASLOGAN POI TRADITO: DALLO SCIOPERO INTERNAZIONALE NON EFFETTUATO AL VOTO DEI CREDITI DI GUERRA 

Occhio al pacifismo burocratico e opportunistico! Il congresso straordinario dell'Internazionale socialista si tenne nel 1912 a Basilea. (...) 

La risoluzione sulla guerra, conosciuta meglio come il Manifesto dell'Internazionale, pur lasciando irrisolta la questione sui mezzi da usare per fare la "guerra alla guerra", contribuì a chiarire la natura imperialistica di qualsiasi conflitto che da lì in avanti si fosse potuto manifestare. Soprattutto metteva in evidenza ciò che questo conflitto avrebbe sicuramente potuto provocare: "l'indignazione e la collera del proletariato di tutti i paesi" e una conseguente "esplosione rivoluzionaria". (...)Più si avvicinava lo spettro della guerra tanto meno l'Internazionale sembrava disposta a continuare nell'offensiva entusiastica che da Basilea in poi aveva caratterizzato la propria azione politica. (...)Non bastò l'azione di una decisa minoranza rivoluzionaria (che all'interno dell'Internazionale parlava con la voce di Liebknecht, di Rosa Luxembourg e di Lenin in particolare), la quale non chiedeva "solo" un ritorno alle origini ma, soprattutto, una nuova linea risolutamente rivoluzionaria, tesa ad invertire tale linea di tendenza.(Le stesse classi dominanti non credettero ai propri occhi) quando il 4 agosto del 1914 a Vienna, Berlino, Parigi e Londra, ossia da ambo i lati dei fronti bellici, i partiti socialisti, unanimamente, votarono l'approvazione della politica di guerra e i crediti militari ai rispettivi governi. I socialisti parlamentari non solo non trovarono una sola parola di opposizione, non solo non trovarono niente da dire al proletariato se non della giustezza degli ordini dì guerra delle proprie borghesie, ma ebbero il coraggio di entrare in quei governi passati alla storia con il nome di "unione sacra". (...)Il partito socialista (italiano) nel suo complesso ondeggiava; si andava così ad elaborare quella tattica di cui maggiore teorizzatore ed interprete fu Lazzari, sintetizzata dalla frase "né aderire, né sabotare", che nella fattispecie della situazione nessun altro significato rivestiva se non quello di invitare il proletariato ad accettare, di fatto, quella guerra come il minore dei mali, come un evento che, malgrado tutti gli sforzi, non si era riusciti ad evitare. (...) 

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