Incalziamo il governo italiano in difficoltà con l'opinione pubblica contraria alla guerra

05.10.2023

Testo completo di tutte le puntate: 

NEL CONTESTO DEI DIARI DI FINE GUERRA

Considerazioni sul possibile scenario (relativamente) imminente di cessazione dei combattimenti e avvio dei negoziati a partire dallo stallo della controffensiva lanciata dall'esercito di Kievdal ferragosto 2023sulla base della rassegna stampa dei principali quotidiania cura di Alfonso Navarra - coordinatore dei Disarmisti esigenti Quattordicesima puntata PER UN DICEMBRE DI COERENZA PACIFISTAINCALZIAMO IL GOVERNO CHE E' IN DIFFICOLTA' CON L'OPINIONE PUBBLICA CONTRARIA ALLA GUERRAMOBILITIAMOCI ANCORA CONTRO IL RINNOVO DEL DECRETO CHE CONSENTE DI INVIARE ARMI ALL'UCRAINA SCAVALCANDO IL PARLAMENTO(vedi testo completo nel file allegato) Su la Repubblica di giovedì 5 ottobre 2023 a pagina 19 troviamo l'articolo di Tommaso Ciriaco e Gianluca Di Feo, rubricato sotto la categoria "IL CASO".Titolo: Mancano le risorse e il consenso. L'Italia frena sulle armi all'Ucraina.Commentano i giornalisti:"L'Ucraina ha chiesto materiale che Roma ha difficoltà a concedere. Per ragioni di sicurezza nazionale, ufficialmente. Ma anche per evidenti difficoltà politiche e finanziarie. (...) Bisogna rispondere al quesito più delicato: davvero Roma vuole entrare (con un certo tipo di armi, i missili Storm Shadow - ndr) nella partita degli attacchi in un territorio (la Crimea - ndr) che i russi considerano proprio? (...) Non è facile, per Palazzo Chigi, impegnarsi in nuove costose spedizioni mentre è in discussione una manovra di austerità, che taglia settori chiave come la Sanità. (...) La guerra è sempre meno popolare. E Meloni, che ha sempre tenuto per un anno il timone dritto sul sostegno a Kiev, deve iniziare a fare i conti anche con il consenso in vista delle Europee. (...) Non significa che Palazzo Chigi ha deciso di interrompere il sostegno militare. Ma è abbastanza per alimentare i dubbi di un senatore DEM vicino alla causa di Kiev, Filippo Sensi. "Il sostegno (al governo Ucraino - ndr) non può vacillare sull'altare delle europee". Quindi nella maggioranza si litiga e, preso atto che l'opinione pubblica è tutt'altro che entusiasta sul coinvolgimento nella guerra, ci si comincia a smarcare, come già nel Congresso USA, ma anche in Polonia, in Ungheria e in Slovacchia, dall'oltranzismo Zelenskiano. All'"eroe" non si è più disposti a dare quasi tutto quello che vuole e come lo vuole. L'opinione pubblica americana al 51% ritiene di avere già dato, secondo un sondaggio del Washington Post.Meno male che a portare soccorso ai bellicisti ci pensa il PD, proiettato anche con la Schlein ad essere più atlantista e guerrafondaio degli USA.E meno male che a soccorso del PD sta scendendo in campo, il 7 ottobre, trainato dalla CGIL, quello che Crosetto definisce "pacifismo serio". Si sta ripetendo il corteo del 5 novembre 2022, quello delle belle parole che suonano vuote se poi si evita la concretezza dei nodi reali e decisamente impattanti. Le armi - è vero - devono tacere, cari Bassoli, Vignarca, Valpiana e quanti altri, se si vuole davvero opporsi alla guerra. Ma perché questo accada bisogna impedire l'invio di armi assassine dall'Italia ai teatri di guerra. C'è chi propone e pratica, come i portuali di Genova, l'azione diretta nonviolenta bloccando la produzione e il trasporto degli strumenti di morte. Senza necessariamente arrivare subito a tanto, si può almeno rimproverare il governo e il parlamento quando decidono di passarle a coloro che sparano, di rifornirli di pallottole e di addestrarli se non riescono a fare funzionare sistemi complicati. Quale occasione migliore di una manifestazione nazionale a Roma per interloquire con il governo e le forze politiche, richiamando la loro responsabilità sulla via maestra della Costituzione che stanno abbandonando proprio con le forniture di armi che hanno deciso e continueranno a decidere?Sappiamo bene che questo non succederà, che l'iniziativa del 7 ottobre sarà, con questa omissione, nella piattaforma ufficiale e nel discorso pubblico, del fatto armi passate a Kiev, un fumo retorico pro pace, pro negoziati, pro obiettori, cui non potranno ovviare gli striscioncini in piazza magari antiNATO e anticapitalisti, ma buoni solo per il "popolo della pace" che deve rassicurare psicologicamente sé stesso ("come è bello non sentirsi soli, vedere che siamo in tanti!"), ma che non ha nessuna volontà di rappresentare il popolo tout court. Ecco perché noi Disarmisti esigenti chiamiamo a darsi appuntamento per fine dicembre 2023: invitiamo a contestare il rinnovo del decreto Draghi per gli aiuti militari al governo ucraino: questo è il modo di premere per il cessate il fuoco e uscire dalla guerra!Dobbiamo tenerci pronti per una mobilitazione pacifica quando il Parlamento, insieme al bilancio che aumenta le spese militari, voterà il decreto Draghi, già rinnovato nel 2022 dal governo Meloni, che consente gli aiuti militari al governo ucraino attraverso semplici Dpcm. E' un suicidio del ruolo istituzionale del Parlamento, che si lascia informare solo tramite il COPASIR, in violazione della Costituzione che ripudia la guerra; ed in dispregio della volontà maggioritaria del popolo italiano contrario su questo come su altri punti di militarizzazione. Armi, spese militari, nuove "atomiche", sanzioni, rifiuto di porsi come mediatori, ostano alla fuoriuscita dell'Italia da questo "grande" conflitto che può sciaguratamente avvitarsi in escalation incontrollabili. Da coordinamen...@gmail.com i digiunatori per coerenza pacifista, che sono stati più volte (5 volte) presenti in piazza, unici a protestare, invieranno le loro comunicazioni e faranno da punto di riferimento con il seguente striscione, immutato dal 5 novembre 2022 (sperando che risponda all'appello un millesimo di quelli che si mobilitano per le adunate oceaniche che non mettono in rapporto le parole con la realtà di fatto): 

OGGI NON ESISTONO GUERRE GIUSTE (PAPA FRANCESCO)

Fermate subito i combattimenti, intervenga l'ONU per negoziare una tregua e prevenire una escalation nucleare Custodiamo, esseri umani cooperanti, la Terra sofferenteRiconvochiamoci, quando si vota in Parlamento, per protestare contro l'invio di nuove armi all'esercito ucraino.

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