Iniziative del 19 e del 20 dicembre contro le spese militari e per il no all'invio di armi all'Ucraina (e a tutti i Paesi in guerra)

15.12.2023

da parte di Alfonso Navarra (cell. 340-0736871)

Stiamo co-organizzando, a Roma, il 19 dicembre, alle ore 17:30 un presidio al Pantheon. Per noi si tratterebbe del "sesto digiuno di coerenza pacifista". Ringraziamo le attiviste e gli attivisti di Roma che si stanno mobilitando, ciascuno con i propri contenuti e la propria modalita; e dovrebbero riuscire a raccogliere - si spera - un centinaio di partecipanti. Il 20 dicembre a via dei Fori Imperiali, altezza via S. Pietro carcere, alle ore 11:00 teniamo la conferenza stampa su taglio delle spese difesa e no aiuti militari all'Ucraina, di cui alla lettera e al documento allegati.Michele Santoro, contattato direttamente dal nostro Ennio Cabiddu nella sede di Servizio Pubblico, ci ha assicurato la sua adesione e il suo contributo.Siamo in attesa di conoscere se questo contributo potrà concretizzarsi in forma di partecipazione diretta alle due iniziative o in altra forma, comunque favorevolmente e calorosamente accolta. OGGETTO: CONVERTIRE LE SPESE MILITARI E GLI AIUTI DI GUERRA IN INVESTIMENTI SOCIALMENTE ED ECOLOGICAMENTE UTILI

Cara/o Parlamentare

Riteniamo che ci siano serie motivazioni per rifiutare e comunque non rispettare l'obiettivo del 2% del PIL per le spese militari stabilito come standard NATO.

La premessa è che possiamo anche non considerarlo un impegno vincolante, diversamente da come comunemente si crede.

Va considerato – e lo si può fare legittimamente - che la decisione di un paese di rispettare o meno l'obiettivo del 2% del PIL in spese militari deve dipendere dall'esame di una serie di fattori, tra cui la sua situazione economica, le sue priorità politiche e la sua posizione geopolitica.

I Disarmisti esigenti, membri ICAN, rete internazionale insignita nel 2017 del premio Nobel per la pace, ed i loro collaboratori politici, per quanto riguarda le spese militari italiane, propongono una stretta attinenza ai valori e agli obiettivi costituzionali di "ripudio della guerra", che rimandano non ad un modello offensivo e nuclearizzato, meno che mai all'"attrezzarsi per combattere guerre ad alta intensità", come ci comanda, in sostanza, l'ultimo vertice NATO, bensì ad un orientamento difensivo, con primi passi verso il disarmo, e in transizione verso una componente importante di difesa popolare nonviolenta.

Sulla base di tale orientamento strategico e valoriale, che oltretutto gli istituti di sondaggio danno per maggioritario nel popolo italiano, già nel 2024 potremmo operare il taglio di 1/3 della spesa passando dagli oltre 30 (più o meno) previsti dalla legge di Bilancio per il 2024 ai 20 miliardi di spesa annua.

In questa linea risulta più che ovvio opporsi agli aiuti militari ai Paesi in guerra, l'Ucraina per prima, adesso anche Israele.

L'Italia ha fornito un aiuto all'Ucraina che, assommante a un miliardo di euro secondo una recente intervista del ministro Taiani, deve comunque cessare nella sua forma militare.

Riteniamo che siate in grado, molto meglio di quanto possiamo fare noi, con la vostra competenza e con le strutture tecniche di supporto di cui disponete, di tradurre benissimo in emendamenti puntuali e accoglibili, le (SOTTOELENCATE) 10 PROPOSTE DEI DISARMISTI ESIGENTI e dei loro partners politici:

1- Taglio dei fondi per la condivisione nucleare NATO.

2- Taglio del "Fondo per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale" e dei programmi militari del MIMIT.

3- Drastica riduzione delle missioni militari (circa 1.500 milioni di euro di spesa) e conversione di gran parte dei loro fondi al Servizio Civile Universale (comunque da riformare), con particolare attenzione ai Corpi Civili di Pace.

4- Una legge nazionale per convertire al civile le produzioni militari. Un caso urgente è la riconversione della RWM.

5- Accoglienza dei giovani in fuga dalle guerre cui concedere asilo politico (campagna Object war)

6- Cooperazione allo sviluppo da portare all'1% del PIL(quindi da triplicare come importo) e consistente contributo al fondo previsto dalle COP per il clima (con la logica della restituzione del debito ecologico)

7- rifinanziare Donne Pace Sicurezza in attuazione della risoluzione Onu n. 1325

8- una legge per l'opzione fiscale (come da campagna SEI PER LA PACE SEI PER MILLE, collegata all'obiezione alle spese militari per la difesa nonviolenta). In generale bisognerebbe trovare il modo di sostenere tutte le obiezioni al "sistema di guerra", nel senso di venire incontro alle loro richieste di alternativa. Segnaliamo in proposito tutta la problematica della finanza etica e della obiezione bancaria.

9- Abbiamo a suo tempo promosso, durante l'imperversare della pandemia da Covid19, un appello on line dal titolo: NO ARSENALI SI OSPEDALI.

10- Investimenti nella pubblica istruzione, indirizzati alle strutture scolastiche, edifici, sicurezza, laboratori scientifici, non virtuali e digitali. L'obiettivo di potenziare l'educazione civica e alla pace va perseguito nel contrasto alle attività che permettono di pubblicizzare l'opzione militare nelle scuole

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