Tensioni con Iran e Cina, l'avvertimento degli Stati Uniti

15.12.2021

Di Osvaldo Baldacci - METRO NEWS

 Crescono le tensioni con Iran e Cina. Lo ha ribadito il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken in viaggio in Indonesia, mentre restano vive anche le tensioni con la Russia per l'Ucraina.

Tensioni con Iran e Cina, il nucleare di Teheran

Gli Usa puntano ancora sulla diplomazia per salvare l'accordo internazionale sul nucleare iraniano ma sono «attivamente impegnati» a preparare «alternative» in caso i negoziati a Vienna falliscano. Lo ha sottolineato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, da Giacarta. Teheran, ha aggiunto il capo della diplomazia americana, ha perso tempo prezioso «portando avanti posizioni totalmente nuove che sono in contrasto con il ritorno al Jcpoa». «Continuiamo questo tour, oggi - ha sottolineato Blinken - per perseguire la diplomazia, perché al momento resta l'opzione migliore, ma ci stiamo impegnando attivamente con partner e alleati sulle alternative».

«E' troppo presto per dire se l'Iran è tornato» ai negoziati a Vienna sul rilancio dell'accordo sul nucleare «con un approccio più costruttivo», ha poi affermato la vice portavoce del dipartimento di Stato Usa, Jalina Porter, rispondendo ai reporter. Nei giorni scorsi il capo negoziatore iraniano, Ali Bagheri Kani, aveva parlato di progressi nei colloqui.

L'Iran ha avanzato proposte «incompatibili» con l'accordo di Vienna sul suo programma nucleare, noto come Jcpoa: a dirlo sono alcuni diplomatici di Francia, Germania e Regno Unito, tre Paesi europei coinvolti nei negoziati. «Al momento non è stato ancora possibile entrare in vere trattative», hanno osservato i diplomatici, aggiungendo che «stiamo perdendo tempo prezioso nel dibattito sulle nuove posizioni iraniane, incompatibili con il Jcpoa o che vanno oltre quanto prevede».

Teheran dal canto suo replica: «Ci sono attori che persistono con il loro gioco dello scaricabarile, invece di puntare sulla vera diplomazia». E' l'accusa alle potenze occidentali coinvolte nell'accordo internazionale del 2015 sul nucleare iraniano contenuta in un tweet del capo negoziatore della Repubblica islamica a Vienna, Ali Baqeri-Kani. «Abbiamo proposto in anticipo le nostre idee e lavorato in modo costruttivo e con flessibilità per ridurre le divergenze - incalza - La diplomazia è una strada a doppio senso». «Se c'è una volontà reale di rimediare agli errori del colpevole - conclude - sarà spianata la strada per un accordo buono e rapido».

La speranza nel disarmo nucleare

In tema di nucleare, intanto il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock vuole raggiungere rapidamente accordi internazionali concreti in materia di riduzione delle armi nucleari: «Il disarmo nucleare ha urgente bisogno di un nuovo impulso», ha dichiarato prima di partire per l'Iniziativa sul disarmo a Stoccolma. «Che le armi nucleari non vengano mai più utilizzate è responsabilità congiunta dell'intera comunità internazionale», ha sottolineato Baerbock, osservando però come da anni non ci sia stato un accordo su nuove misure in questa direzione. Il viaggio di Baerbock a Stoccolma è un'opportunità per consultare altri partner impegnati sul modo per compiere un sostanziale passo avanti verso l'obiettivo comune di un mondo libero dalle armi nucleari. «Non possiamo permetterci un'altra conferenza di revisione senza risultati tangibili», ha detto. Sono state avanzate proposte concrete ed è stato illustrato il modo «per rendere il mondo più sicuro dalle armi nucleari passo dopo passo». Il focus delle consultazioni ora deve riguardare il modo «di garantire che questa strada sia intrapresa».

Tensioni con Iran e Cina, la questione Indo-Pacifico

Gli Stati Unti hanno invitato la Cina a mettere fine a «gesti di aggressione» nella regione dell'Indo-Pacifico. «Rivendicare mari aperti come propri. Deviare mercati liberi attraverso il sostegno ad aziende di Stato. Negare le esportazioni oppure revocare gli accordi con Paesi che hanno politiche a loro sgradite», sono i caratteri della iniziativa di Pechino, secondo il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, impegnato in una visita ufficiale in Indonesia, prima tappa di un tour nel sud est asiatico. «I Paesi della regione - ha proseguito, in un discorso pronunciato all'Università dell'Indonesia - vogliono che questo atteggiamento cambi e lo vogliamo anche noi. Siamo determinati a garantire la navigazione nel Mar cinese meridionale e pace e stabilità nello Stretto di Taiwan», l'isola che Pechino considera una provincia ribelle.». Washington, ha promesso, lavorerà con gli alleati e i partner per «difendere l'ordine basato sullo stato di diritto». I Paesi, ha insistito, devono avere il diritto di «scegliere la propria strada» ed è «per questo che c'è così tanta preoccupazione, dal nordest al sudest asiatico» per «le azioni aggressive di Pechino».
Dal canto suo la Cina ha esortato gli Stati Uniti a facilitare il dialogo nella regione dell'Asia-Pacifico, invece di minare le relazioni tra i Paesi e la cooperazione regionale. Se gli Stati Uniti vogliono svolgere davvero un ruolo costruttivo nella regione, «dovrebbero agire come facilitatore del dialogo e della cooperazione regionale, invece di sfidare le relazioni tra Stati e minare la cooperazione regionale», ha detto il portavoce di Pechino. «La pratica degli Stati Uniti di incitare alla divisione, all'allontanamento e allo scontro è impopolare nel mondo», ha concluso, «ed è ancora più impraticabile nella regione dell'Asia-Pacifico».

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