Un botta e risposta sulla lista Santoro alle europee. Sosteniamo almeno chi ci dà garanzie (coerenti ed insieme vincenti) sul no all'invio delle armi

19.09.2023

Un compagno impegnato nel movimento disarmista, contrario a sostenere l'ipotesi di una lista promossa da Servizio Pubblico alle prossime europee, scrive; Chissà perché ogni volta che c'è una scadenza elettorale si affaccia sempre qualcuno che chiama a raccolta tutte le formazioni politiche e sociali nel tentativo di mettere una nostra rappresentanza dentro le istituzioni, come se quella voce potesse contribuire a un possibile e auspicabile cambiamento. Dopo di che, conclusa la campagna elettorale, solitamente con un esito molto deludente rispetto alle aspettative, ecco che ognuno torna nel proprio "ovile" aspettando un altro evento che possa di nuovo metterci insieme, e la cosa si ripete a livello locale, nazionale ed europeo. Chi, come me, ha fatto politica per una vita queste cose le conosce molto bene perché le ha vissute direttamente sulla propria pelle attraverso l'impegno militante di tutti i giorni, senza mai chiedere nulla né tantomeno rivendicando ruoli o cariche di qualsiasi genere. Tutte le forze politiche, sociali che in questo momento stanno tentando di costruire questo nuovo soggetto che ha come finalità la rappresentanza nel parlamento europeo di una forza di pacifici, dove erano quando si è trattato di raccogliere le firme sui referendum contro le armi? Forse perché l'impegno per i referendum non era premiato con una poltroncina e non c'era la possibilità di ricoprire un ruolo dentro le istituzioni, allora non valeva la pena schierarsi? Eppure era un'operazione importante, se fossimo riusciti a portarla a termine avremmo dato la possibilità a tutti i cittadini di esprimersi con un referendum, ci pensate? Ora si presenta questa nuova possibilità, non entro nel merito della raccolta firme per poter presentare questo nuovo soggetto politico, per carità, mi limito solo a dire: che cosa ce ne facciamo di un rappresentante nelle istituzioni se non abbiamo una vasta mobilitazione di massa sul tema della guerra che lo possa sostenere, perché è questo il problema vero. Una voce nel parlamento europeo che non è supportata dalla mobilitazione di piazza non serve a niente, è una voce che grida nel deserto. Questa è la vera discussione che dobbiamo affrontare: come rimettere insieme tutte le realtà che sono contro la guerra che ad ora sono completamente divise, e non riescono a parlarsi. Io sostengo che bisogna utilizzare il parlamento come cassa di risonanza delle nostre istanze, ma solo se fuori ci sono migliaia di voci che gridano in ogni piazza e in ogni luogo quello che la rappresentanza rivendica all'interno delle istituzioni: noi dovremmo saper "governare" le piazze, perché le piazze sono l'istanza dei bisogni della gente. Purtroppo in questo momento non vedo altre strade da percorrere. L'impegno elettorale che si sta delineando è la ripetizione in negativo di quello che abbiamo già sperimentato in passato. In questi anni noi siamo stati sconfitti, bisogna prenderne atto, ma la cosa peggiore non è la sconfitta che abbiamo subito, è che molti di noi, militanti ed attivisti, l'hanno interiorizzata. Tra le persone inoltre è passata la cosa peggiore che potesse passare, si chiama Rassegnazione, quello di pensare che tanto non cambierà mai niente, che tanto sono tutti uguali, questo sentimento allontana la gente dalla politica dall'impegno sociale e dalle urne. Chiudo con un'ultima puntualizzazione, che non è solo polemica, ma volontà di confronto franco e COSTRUTTIVO, partendo da una rivendicazione chiara che dovrebbe essere l'introduzione a tutto questo percorso,: SCIOGLIAMO LA NATO, BASTA GUERRE, e questa dovrebbe essere, a parer mio, la condizione da condividere prima di ogni altra discussione, perché la rivendicazione della pace senza individuare i soggetti che alimentano la guerra non fa altro che nascondere la realtà che stiamo vivendo, lasciando spazio a narrazioni fasulle che alimentano solo il populismo guerrafondaio. Questa che segue è la mia risposta alla posizione avversa dal suddetto compagno (che non deve meravigliare sia condivisa da molti): Il problema, oggettivamente, non mi pare che sia la mobilitazione massiccia, visto che il 5 novembre 2022 si era in 50.000 (100.000 dichiarati) e più o meno tanti se ne profilano per il prossimo 7 ottobre (anche grazie ai soliti pullman della CGIL).Il problema sono i contenuti ufficiali della mobilitazione e la mancanza di rappresentanza di istanze popolari diffuse e maggioritarie, cui si continuerà a non dare risposta. Né il problema è "l'unità dei pacifisti", visto che praticamente tutti sono rappresentati dalla Rete italiana pace e Disarmo. Non credo che l'eccezione rappresentata dal sottoscritto e dai Disarmisti esigenti (e pochi altri) significhi, quantitativamente, una gran frattura divisiva!
Tu fai politica da una vita, così dici e non c'è da mettere in dubbio la passione e la continuità del tuo impegno. Quindi parli da persone che ha sostenuto tutte le liste della sinistra radicale possibili e immaginabili. So che ti sei candidato e continui a farne parte e a sostenerle.
Quando ti chiedi dove erano le forze che ora vogliono presentare questo nuovo soggetto politico, promosso dall'appello La Valle/Santoro, posso quindi rispondere per me e per i disarmisti esigenti. Siamo stati gli unici, con pochi partners, che il cinque novembre a Roma hanno diffuso il famoso volantino: "Riconvochiamoci tutte le volte che il Parlamento vota gli aiuti militari al governo di Kiev". E abbiamo mantenuto la promessa per cinque volte con dei "presidi/digiuni di coerenza pacifista" (dedicati ad Antonia Sani). Iniziative aperte a tutti gli apporti possibili e immaginabili.Dove erano tutti gli altri a contestare direttamente le istituzioni su questo punto che oggi rappresenta la questione strategica centrale?Ad esempio i promotori del referendum che, a differenza di Servizio Pubblico, con Daniele Ognibene, non si sono fatti vivi alla conferenza stampa davanti al Ministero degli Esteri il 26 aprile 2023?

qui il link su Radio Radicale: 


Sui limiti e le contraddizioni di questa fallita operazione referendaria sotto il cappello dei No Vax (forse il problema è stato appunto questa egemonia, di fatto escludente) lascerei la parola ad esempio a chi ha vissuto personalmente la controversa e contraddittoria storia dei comitati promotori unificati.
Al Parlamento europeo serve una voce che dia una sponda alla maggioranza popolare che, in Italia, dissente in particolare dallo schierarsi pro esercito ucraino, cosa che purtroppo non ha fatto e non fa con i suoi voti la sinistra radicale europea attraverso il GUE/NGL.
Se un consiglio posso, allora, dare a chi si mobilita per SCIOGLIAMO LA NATO/BASTA GUERRE è di provare a smetterla di faticare a vuoto e di portare acqua al mulino di chi, votandolo voi, a quanto mi risulta (sbaglio? fammi sapere!), poi mette la sua forza parlamentare a disposizione dell'eroe" e "partigiano" (si fa per dire) Zelensky.
Mi pare che tu abbia direttamente partecipato alla "Staffetta dell'Umanità", l'unica grande mobilitazione, molto ammirata dai movimenti esteri, che, raccogliendo 50.000 persone in tutta Italia, collegandole dal Sud al Nord, aveva al centro con chiarezza il rifiuto degli aiuti militari al governo Ucraino.
Ecco, è probabile, facci mente locale, che l'istanza strategica che poni possa avere molto più spazio e forza all'interno di questo percorso politico. Mentre magari, come al solito, non facendo il ragionamento necessario, andrai a Roma a correre con lo striscioncino con sopra scritto "Fuori l'Italia dalla NATO" ad una manifestazione ufficialmente convocata per sostenere il principale punto pratico su cui la NATO si sta oggi rafforzando, cioè la guerra per procura combattuta per essa dall'Ucraina. Una manifestazione i cui organizzatori neanche sotto tortura si farebbero scappare l'esplicito rimprovero alle istituzioni di stare violando la Costituzione con il rifornire di armi un Paese in guerra! Io in una chat su Whatsapp ho lanciato un assist per i No War romani. 

Ecco quanto ho scritto: "Alle parole vuote (di Europe for Peace) bisogna contrapporre proposte piene che raccolgano la volontà maggioritaria del popolo italiano e magari interpretarle, al limite, se proprio si sente il desiderio di riempire una piazza, in uno SPEZZONE INDIPENDENTE della manifestazione che gliele canti chiare sia al governo che all'opposizione, abbarbicate al pilastro dell'atlantismo, e quindi al sostegno della vittoria militare di Kiev e all'aumento delle spese militari fino a una 40ina di miliardi di euro l'anno entro il 2028. (...) Lo spezzone indipendente chiede di essere ricevuto dal governo e gli porta un documento in cui gli esige, in nome del popolo italiano, di rispettare la costituzione che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Ne deriva che gli aiuti militari all'Ucraina devono cessare come oltretutto esige la maggioranza dell'opinione pubblica. (...) Nel documento poi potremmo aggiungere gli altri quattro punti su cui sappiamo che abbiamo la maggioranza del popolo dietro. Inclusa la riduzione delle spese militari e la loro conversione in spese sociali. (...) Bisogna insomma farsi pienamente responsabili. Non si cura la paura dell'ondata di destra con la rassicurazione psicologica del fare numero mettendosi a rimorchio delle politiche che hanno favorito l'ondata reazionaria e la stanno tirando ulteriormente su. Dobbiamo organizzarci e darci da fare seriamente per ritrovare il rapporto con il popolo che se ne è tornato a casa sfiduciato e deluso. Ad esempio quello che ha dimezzato il voto dei cinque stelle. Altrimenti le adunate per la nostra rassicurazione psicologica si faranno sempre meno oceaniche e si arriverà come in Germania molto presto al partito neonazista che prende il 20 per cento dei voti... "

 
Alfonso Navarra ultima candidatura nella Lista Verde di Palermo che nel 1985 elesse Letizia Battaglia al Comunee più che probabile non candidato alle prossime europee
"avanzo di galera" per lotte disarmiste (Comiso) e per l'obiezione di coscienza. Collega di università e compagno di partito di Peppino Impastato, impegnato nella controinchiesta che ha scagionato la montatura del "terrorista suicida"membro ICAN (presente e partecipe a New York quando si è adottato il trattato di proibizione delle armi nucleari) e di organizzazioni internazionali "centenarie dell'antimilitarismo nonviolento tra i coordinatori dell'obiezione di coscienza alle spese militari e della LOC(Quest'ultimo punto lo sottolineo nel ricordo perché abbiamo bisogno urgente di una mano per sistemare l'archivio e il centro studi di via Pichi a Milano ....)

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