Una vita umana che non nasce da donna?

30.11.2023

Su "Donne che allattano cuccioli di lupo", libro di Adriana Cavarero appena uscito per i tipi di Castelvecchi, la filosofa femminista, sostiene che la sfera del nascere sigillerebbe la complicità delle donne con la Natura. Sarebbe lo "strano potere" della procreazione, tramandato da madre in figlia, a rendere possibile la rigenerazione continua della vita.La premessa è una citazione di Adrienne Rich: "Tutta la vita umana sul nostro pianeta nasce da donna. L'unica esperienza unificatrice, incontrovertibile, condivisa da tutti, uomini e donne". Tra i capitoli che compongono il libro troviamo un "Breve intermezzo autobiografico". A pagina 90, in questo capitolo, la Cavarero parla di un "dispositivo censorio che scatta (quando si affronta) il discorso sulla maternità: l'inimicizia femminista per il dato biologico"; ed in questo senso racconta una vicenda esemplare che le è capitata."Nel corso della revisione editoriale di un mio testo sulla maternità, scritto in inglese, mi è stato suggerito di evitare la parola women sostituendola con persons with uterus o menstruating persons. Anche se io l'incontravo per la prima volta, si tratta di una prassi emendatoria ormai diffusa, finalizzata all'uso di un linguaggio politicamente corretto perché inclusivo. (...) In verità, è facile osservare come migliaia di donne che hanno subito l'asportazione dell'utero e milioni di donne in menopausa, io compresa, verrebbero escluse da tali espressioni inclusive (...). Il punto è che la recente normatività del linguaggio inclusivo produce un evidente biologizzazione del discorso. (...) Del resto, lo stesso fenomeno ispirato ai diritti delle minoranze e, in particolare, nella galasia LGTBQ+ è osservabile anche nell'ambito dell'odierna discussione sulla cd "maternità surrogata", non a caso nominata come "gestazione per altri" o "utero in affitto". Forse perché ho passato gli ultimi anni a riflettere sulla maternità e sulle sue rappresentazini ipertrofiche, non cessa di colpirmi il fatto che la posizione teorica che opera la sostituzione del termine "donna" con "persona con utero" è la stessa che riduce le madri surrogate a un utero. La storica diffidenza del femminismo verso il riduzionismo biologico, se non verso la biologia, sfociata in campo post-strutturalista nell'affermazione che il sesso biologico non sia un fatto, bensì un prodotto del discorso, deve oggi confrontarsi con un prepotente ritorno della biologia, spesso ridotta a parcellizzazione anatomica, nelle strategie discorsive della liberazione delle minoranze oppresse (...). Mi sono chiesta spesso se il nodo di tutta la faccenda non stia proprio nel pregiudizio cognitivo che comanda di guardare con occhi ostili alla biologia, pur non impedendo alle recenti strategie liberatorie di ri-biogilizzare il discorso in chiave anatomica. (Che fortuna) vivere in un tempo in cui era ancora concesso di usare il termine "donna" - al singolare!". In una intervista che abbiamo già citato (vedi link sopra indicato) la Cavarero parla di "deriva ideologica" a proposito di NON UNA DI MENO, non femminista ma "transfemminista", che organizza il corteo del 25 novembre "a sostegno della resistenza palestinese". La polemica è sull'omissione di ricordare gli stupri del 7 ottobre, sicuramente effettuati da Hamas e compari; e pubblicizzati sui social dai fondamentalisti islamici stessi (senza pudore da parte della galassia più jiadista che ruota intorno alla organizzazione finanziata da Iran e Qatar). E' dal Movimento del '77 che dovremmo conoscere quale è il destino inevitabile dell'estremismo che disprezza la massa degli "squalleghi". In alcuni momenti può intercettare le tendenze perfino rabbiose di ampi settori di solito "tiepidi" qui si usa la terminologia sociologica di Alberto L'Abate, il fondatore dell'Università della pace di Firenze), ma finisce sempre per deluderli imponendo le sue narrazioni con la forza di gesti calati dall'alto. Un sintomo che il divorzio accadrà presto è l'assalto alla sede della Pro Vita, con le serrande e i vetri rotti e la rudimentale bottiglia molotov lanciata all'interno dei locali. Il gruppo milanese di NUDM giustifica il blitz: anche le scritte che sono state fotografate tipo "Morite merde" e "Bruciamo i Pro Vita". Ora, è legittimo manifestare il dissenso contro una "organizzazione misogina". Ma la lotta delle idee si combatte contrapponendo delle idee, non assaltando e distruggendo chi oltretutto non si è (ancora) organizzato in gruppi squadristi. O no? Per il popolo comune questo è scontato, ma ad esempio non lo era nel '77 per chi manifestava formando con le mani il simbolo della P38 rimanendo poi schiacciato dalla repressione della lotta armata dei brigatisti ritenuti "compagni di strada".Naturalmente avremo i soliti minimizzatori: che volete che siano due scritte su una saracinesca? Si riveleranno invece grandissimo problema proprio perché i "tiepidi" capiscono benissimo da questi segnali che è meglio non trovarsi insieme alle "teste calde" cortocircuitate mentalmente dal loro fanatismo.Questa situazione costituisce un problema strategico da non sottovalutare, in primo luogo negli USA e di conseguenza anche qui da noi. Dai campus delle università americane viene fuori una "cancel culture" che irrita il ceto medio basso e i forgotten men: stiamo parlando ad esempio di operai che finiscono per votare Trump perché derisi come bigotti e zoticoni nel linguaggio (e una parte magari lo è), pur avendo tutto l'interesse economico a non lasciarsi irretire dai populisti neoliberisti (tipo il neo presidente argentino con la motosega)...La differenza tra essere popolari ed essere populisti non è così scontata e semplice, pur tuttavia uno sforzo per effettuare "esperimenti con la verità" su basi plausibili va compiuto... Tornando al discorso da cui si era partiti, evitare il riduzionismo biologico non deve voler dire precipitarsi su strade astratte, prescindere del tutto dalla dimensione biologica della realtà umana. Saremmo forse contenti che - sotto la bandiera della libertà - alla fine si arrivasse a fabbricare i figli, eliminando il passaggio uterino, le "doglie del parto", con inseminazioni in provetta che includono manipolazioni genetiche?In teoria tecnicamente potremmo arrivarci, potremmo arrivare al punto di figlie e figli fabbricati che non nascono più da corpo di donna.Ma è uno sbocco sociale di sudditanza alla tecnologia (e alla tecnocrazia) che possiamo permetterci di permettere?

GUERRE & PACE La Rivista di informazione internazionale alternativa
Tutti i diritti riservati 2019
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia